La passione per la
conoscenza nacque dalla curiosità e volontà di capirne di
più sui misteri delle piramidi della piana di
Giza. La svolta avvenne quando, attraverso il
libro Il segreto di Cheope di Roberto Giacobbo e Riccardo Luna, seppi
delle teorie di Mario Pincherle,
scrittore che ho avuto l'onore di conoscere, sulla costruzione della Grande
Piramide. Egli è stato il primo a parlare della Grande Piramide come
connessione tra Dio e l'Uomo, l'Ate-men-anki, l'ancoraggio della terra al cielo. I suoi libri mi aprirono un
nuovo mondo. La grande piramide è un bunker nel quale è stato nascosto l'Albero
della Vita (lo ZED) che Dio piantò
al centro del giardino dell'Eden. Poi, per una decina di anni, abbandonai
questo tipo di lettura, finché non lessi il libro Custodi dell'immortalità di Piero Magaletti. A Robert Bauval si
deve la scoperta dell’allineamento
Giza-Orione come ancoraggio della terra
e il cielo. Secondo Magaletti, lo Zed
scoperto da Pincherle all’interno della Grande Piramide e le tre stelle della Cintura di Orione che furono riflesse nella piana di Giza dagli
antichi Egizi, come in cielo così in
terra, con la costruzione delle tre
piramidi, Cheope (Khufu), Chefren (Khafra) e Micerino (Menkaura). Hanno un riscontro
nel lavoro dell’astronomo Johan Bayer che, nel 1603, pubblicò l’Uranometria, il
primo atlante stellare del mondo. Stranamente, Bayer assegnò alle tre stelle della Cintura di Orione (Alnitak, Alninam, Mintaka) le tre lettere greche (Z) Zeta, (E) Epsilon,
(D) Delta – ZED. Dopo
tutti questi anni, posso dire che quella pausa nella lettura è servita, perché per
capire meglio, quello che sta scritto nelle pagine di un libro, bisogna essere
pronti.
19 maggio 2022
10 ottobre 2021
W la Rosa
W la Rosa
La Rosa da sempre fiore abbinato alle divinità femminili, esso è amore, vita, creazione, bellezza e verginità.Nell’esoterismo occidentale questo splendido fiore rappresenta l’archetipo della Madre Cosmica. La Rosa è anche il simbolo del divenire e indica il perpetuarsi della vita umana.
Da quella terrena a quella di un’altra dimensione, a noi sconosciuta. Ma indicata nella Bibbia come la vita eterna. Vita eterna rappresentata, appunto, dalla Rosa.
“Mio Dio, non ci posso credere, una Rosa. La Rosa era il simbolo del Santo Graal”
(Il codice da Vinci)
8 agosto 2017
La statua di Mater Domini
La statua della Madonna di Mater Domini di San Nicola da Crissa, secondo fonti orali, dovrebbe risalire intorno al 1860 e realizzata a Serra San Bruno. Sembra che in quegli anni un giovane eremita, Francesco Foco, si sia recato a Serra per farsi scolpire una statua della Madonna col Bambino, ma che gli venne offerta e venduta una Madonna delle Grazie, già scolpita e da rifinire.
Tempo fa ci siamo occupati della simbologia della sopra citata statua (Link). E in particolare del gesto della sua mano sinistra. Mano poggiata sul petto, con le tre dita distese, la Trinità, gesto di Benedizione. Nell’iconografia classica, anche Gesù è rappresentato nell’atto di eseguire il gesto della benedizione, ma con la mano destra. Da sempre la parte destra è maschile e la parte sinistra è femminile (la mano del diavolo).
Tempo fa ci siamo occupati della simbologia della sopra citata statua (Link). E in particolare del gesto della sua mano sinistra. Mano poggiata sul petto, con le tre dita distese, la Trinità, gesto di Benedizione. Nell’iconografia classica, anche Gesù è rappresentato nell’atto di eseguire il gesto della benedizione, ma con la mano destra. Da sempre la parte destra è maschile e la parte sinistra è femminile (la mano del diavolo).
26 settembre 2016
Ogni lacrima è diversa

“So che ogni lacrima è diversa” canta Ligabue in Sono sempre i sogni a dare forma al mondo. E la cosa, per quanto possa sembrare strana, è vera. Le lacrime vengono prodotte dalle ghiandole lacrimali principalmente con la funzione di difesa, lubrificazione, nutrizione, trasparenza ottica e pulizia degli occhi. Le lacrime si suddividono in tre categorie:
Riflesse, prodotte in risposta alle irritazioni al fine di eliminare eventuali corpi estranei.
Emotive, innescate da emozioni intense o stress psicologico.
Tutte le lacrime contengono sostanze organiche, compresi oli, anticorpi ed enzimi, in sospensione in acqua salata. I diversi tipi di lacrime hanno molecole distinte. Le lacrime emozionali contengono alte dosi di ormoni prolattina, ormoni adrenocorticotropo, il manganese e il potassio e solo queste contengono il neurotrasmettitore leucina encefalica, un antidolorifico naturale che viene rilasciato quando siamo stressati, allieva il dolore e dona sollievo.
8 maggio 2016
Supposte origini dei cognomi
L'origine etimologica del vocabolo "cognome" deriva dal latino "cognomen", composto da "cum" e da "nomen" (nome aggiunto). Il cognome è il titolo specifico che indica a quale famiglia o “gens” appartiene una persona e ne identifica tutti i discendenti. In generale un cognome nasce ispirandosi a innumerevoli riferimenti, dal nome dei genitori (patronimico e matronimico) al nome della località di origine (etnico o toponomastico), al mestiere svolto dalla propria famiglia. Ma poteva anche trarre origine da una caratteristica della persona, dallo stato sociale oppure da soprannomi, spesso scherzosi.
9 febbraio 2016
Carnevale
Il termine Carnevale deriva dal
latino Carne-Levàmen. Togliere la carne. C’è una contraddizione tra il
significato etimologico della parola Carnevale e quello usuale. Nel medioevo il
giorno antecedente il mercoledì delle ceneri si sarebbe dovuto digiunare ed era
proibita la carne come vitto. Invece la trasgressione e tutti gli abusi furono
tollerati, in contrapposizione al digiuno e all'astinenza totale dell’imminente
Quaresima.
Le prime testimonianze documentarie del carnevale parlano di una festa caratterizzata da uno sregolato godimento di cibi e bevande. In Calabria, il giorno precedente le ceneri, è usanza bruciare il Re Carnevale, la tradizione di bruciare un fantoccio di forma umana sul finire dell’inverno, ha radici profonde e remotissime che ci riportano alla preistoria. Secondo molti, questa
Le prime testimonianze documentarie del carnevale parlano di una festa caratterizzata da uno sregolato godimento di cibi e bevande. In Calabria, il giorno precedente le ceneri, è usanza bruciare il Re Carnevale, la tradizione di bruciare un fantoccio di forma umana sul finire dell’inverno, ha radici profonde e remotissime che ci riportano alla preistoria. Secondo molti, questa
24 luglio 2015
La “mandorla” mistica
La mandorla mistica o Vescica Piscis (“vescica di pesce”) è un motivo ornamentale a forma ovale, simile, appunto, a una mandorla, che nell'antica iconografia cristiana, e ancora oggi, circonda la figura di Gesù, di Maria o dei santi. Il simbolo era già noto in India, nell'antica Mesopotamia, in Africa e nelle civiltà asiatiche.
18 febbraio 2015
Il labirinto
“The two most important days in your life are the day you
are born and the day you find out why”
Potremmo tradurlo con l'antico adagio:
“Da un buco sono diventato matto per uscire e da un buco sono diventato
matto per entrare”
!?
Il labirinto. Nell'immagine il logo, fatalità un labirinto, della casa di
produzione che ha prodotto il film che si apre con la citata frase di Mark
Twain
To be continued.....
15 ottobre 2014
Halloween e le ossa dei morti
Le
ossa dei morti sono
dei dolci che vengono preparati il giorno della commemorazione dei defunti, il 2
Novembre. Questa tradizione ha origine antichissime e di primo acchito
sembrerebbe non avere nulla a che fare con Halloween, che si festeggia alla
vigilia del giorno precedente, e invece è la stessa tradizione che si è
protratta nei secoli. Le date di queste due ricorrenze si sono accavallate per
volere della Chiesa. La festa di Halloween, da alcuni anni in voga anche in
Italia, sembra essere nata da riti celtici. Come al solito possiamo ritenere
che erano riti comuni a tutte le regioni della terra; sembra, infatti, che
civiltà antichissime celebrassero già in quei giorni gli antenati e i defunti.
2 settembre 2014
L’abbazia di Villanova
San Bonifacio (VR)
L’abbazia di
Villanova sorge su un antico sito di culto celtico al centro del quale sembra
vi fosse una grossa quercia, simbolo sacro e venerato dai pagani. Le chiese
cristiane furono costruite su luoghi di culto pagani non perché queste
volessero nascondere i culti precedenti, ma semplicemente perché da sempre i
luoghi di culto sono dei siti su cui ci sono particolari energie, linee
energetiche o linee sincroniche che siano, dei flussi che attraversano la terra
e l’etere in un determinato luogo. Il nome celtico della quercia è duir che significa porta o entrata. La
leggenda narra che i cristiani tagliarono la quercia che era simbolo pagano e
vi costruirono una torre (Magdala) che con il passare dei secoli divenne un
campanile. Dalla foto si può evincere che la torre e il campanile sono di
diversa manifattura. L’edificio fu costruito nell’VIII secolo e poi
ristrutturato dall’abate Uberto di San Bonifacio, e ancora modificato dai frati
Benedettini e Olivetani a partire dal XII secolo.
21 agosto 2014
Templari e Sacro Graal
Templari e Sacro Graal
“Ogni attività umana realmente significativa,
sociale, religiosa o politica che sia, ha sempre dato forma a proprie mitologie”.
“La mitologia è la penultima verità,
penultima perché l’ultima non può essere espressa con le parole”.
“Il mito incarna ciò che più vicino alla
verità assoluta può essere espresso con le parole”.
“E’ il mito che costituisce la verità del
fatto, non il contrario”.
“I miti sono la storia della nostra continua
ricerca di verità e di senso”.
I miti e le
13 giugno 2014
La toponomastica dialettale
La toponomastica è l'insieme dei
nomi attribuiti alle entità geografiche (toponimi),
ed il loro studio storico-linguistico. Il toponimo (dal greco tòpos, “luogo”, e ònoma, “nome”)
La toponomastica è una luce su
quella parte di storia così antica da non avere altro documento se non quello
dato proprio dal nome del luogo. I nomi dei luoghi possono sovente indicarci a
chi apparteneva originariamente quel posto,
a quale famiglia, a quale capostipite, chi ne era il possessore, le
caratteristiche del luogo, la presenza di alberi od altre piante(fitotoponimi),
la morfologia del terreno (geotoponimi) oppure legati alla presenza di una
certa fauna (zootoponimi). Questo si spiega
col fatto, abbastanza scontato in sé, che nei paesi e in certi contesti
cittadini (dove esiste ancora una radicata vita di quartiere) i prenomi e
soprattutto i cognomi delle persone non venivano mai usati nell’interazione
quotidiana, e le persone venivano identificate con un soprannome di invenzione
popolare, di uso ristretto nella comunità locale. Lo stesso accade per certi
toponimi, anche se ci appare in maniera meno immediata: i nomi sulle carte
geografiche che designano piccoli appezzamenti di terreno nelle zone rurali
spesso non sono gli stessi usati in dialetto dalla popolazione locale. Diversi
sono i casi di luoghi che conservano memoria di antichi culti, così come
numerosissimi sono quelli che portano i nomi di santi (agiotoponimi), nomi spesso storpiati dalla tradizione popolare e
quasi irriconoscibili. Infine vi è un’ampia casistica di toponimi che debbono
la loro origine ai nomi di persona (antroponimi):
tra questi, la categoria più importante è quella che comprende i toponimi
cosiddetti “prediali” o “fondiari”, cioè quei toponimi che contengono il nome
della famiglia proprietaria del fundus
(fondo) o del praedium (podere).
Appartengono a questa categoria i nomi che terminano per -ano, -ana (i più
diffusi), -ico, -igo, -ego, -ago, -adego, -ate, -atico, -asco.
I dialetti calabresi sono ricchi di influenze
linguistiche dovute alle colonizzazioni, alle dominazioni e alle incursioni di
differenti popoli tra cui arabi, greci e romani. Proprio per questo sono principalmente
composti dalle lingue classiche: il greco e il latino.
11 maggio 2014
San Pasquale Baylòn
San Pasquale Baylón (Protettore delle donne)
Pascual Baylón Yubero nacque a Torrehermosa, in Aragona (Spagna), il 16 maggio 1540,
giorno di Pentecoste, da cui il nome Pasquale. Persona di umili origini, fu
avviato, sin da piccolo, al pascolo di greggi di pecore, durante il quale si
dedicava alla preghiera; imparò a leggere da autodidatta grazie ad un semplice
libretto di preghiere. A diciotto anni chiese di essere ammesso al convento dei
Frati Francescani Alcantarini di Santa Maria di Loreto, ma riuscì ad entrarci
solo alcuni anni dopo. Nel 1576 gli fu affidata una “missione”: recarsi a Parigi e consegnare alcuni documenti al
Padre Generale degli Alcantarini, missione non facile, dato che in quegli anni
alcune province francesi erano dominate dai calvinisti. Morì nel convento di
Villareal (Valencia) il 17 maggio 1592, anche questo giorno di Pentecoste. Fu beatificato 26 anni dopo la morte, il
29 ottobre 1618 da Papa Paolo V e
proclamato santo il 16 ottobre 1690 da Papa
Alessandro VIII. Nell’iconografia viene rappresentato vicino ad un gregge,
viste le sue origini, nell’atto di adorare un ostensorio, dato che era
considerato un difensore dell’eucarestia, che fu il centro della sua vita
spirituale.
Il 17
maggio, giorno della sua morte, è il giorno di San Pasquale. Non molti sanno
che San Pasquale è il “protettore” dei cuochi e dei pasticceri poiché si deve a
lui la ricetta dello Zabaione (Nome che deriva da SanBaylon).
2 marzo 2014
Ettore Majorana - Enola Gay
Questa storia non ha direttamente a che fare con San Nicola da Crissa ma riguarda la vicina Serra San Bruno. Già dagli anni ’60 era opinione comune che all’interno del Monastero Certosino ci fosse “il pilota americano” che aveva sganciato la prima bomba atomica su Hiroshima. Ritiratosi, quindi, alla vita certosina a causa del rimorso per quello che aveva fatto. Il pilota americano che sganciò la bomba atomica su Hiroshima, a bordo dell’“Enola Gay”*, era uno statunitense di nome Paul Warfield, Jr. Tibbets. La tesi che potesse essersi rinchiuso nel Monastero Certosino di Serra San Bruno non ha fondamento, poiché si conosce la vita che egli condusse negli anni a venire.
23 gennaio 2014
La fontana dei folli
La fontana
dei folli
La fonte della giovinezza - Lucas
Cranach il vecchio
Miti e leggende sono da sempre il mezzo più
comune per tramandare verità assolute o semplicemente fatti accaduti. Nulla può
resistere al tempo se non i miti e/o le leggende. È proprio questo “resistere
al tempo” che rende immortali. Immortalità, da questa parola nasce l’idea di
raccontare una delle tante leggende che, da secoli, si tramandano nel nostro
paese. San Nicola da Crissa. Chi non ha mai sentito parlare della “sorgente”,
presente al confine tra le località “Scarmiu”¹ e “Fazzu”², in un
posto chiamato “Li tene de la suriaca”³, dove si diceva che chi vi avesse bevuto sarebbe diventato folle? A riguardo c’è
un racconto millenario, noto come “L’acqua che rende folli”. Questo
racconto ha origini nel Sufismo, una forma di ricerca mistica propria della
cultura islamica. Chi ha avuto modo di leggere le mie “Considerazioni
sull'origine storica di San Nicola da Crissa”, avrà sicuramente fatto caso
alla possibilità che il paese sia nato a seguito d’invasioni musulmane. È possibile,
quindi, che la leggenda della fontana dei folli provenga proprio da
questa cultura, che avrebbe trapiantato le sue radici nel nostro territorio.
2 giugno 2013
Partorire in piedi
"E la donna che prima, come tutti gli animali, aveva sempre partorito in piedi aiutata dal “peso che spinge il bambino verso l’uscita”, disimparò l’antichissimo modo giusto e funzionante e imparò un nuovo modo di partorire, completamente errato e, che portava ad atroci sofferenze (spingendo verso la schiena della madre il bambino). Da allora ogni donna partorì quasi sdraiata su un lettino che si chiamava “letto della gestante” e che teneva sollevati i piedi della partoriente. Di conseguenza non spingeva più il nascituro verso l’uscita grazie al suo stesso peso e alla forza di gravità, e le doglie non finivano mai."
Mario Pincherle
Mario Pincherle
27 aprile 2013
25 marzo 2013
Un messaggio nel dipinto su tela?
Questo dipinto su tela è stato eseguito da Francesco Iori, nato a San Nicola da Crissa il 28 marzo 1896, emigrato a Chicago all'età di 16 anni. Iniziò a realizzare il dipinto non appena giunto negli Stati Uniti, ma lo concluse solo alcuni anni dopo. Venne ritrovato nel 1993 a Las Vegas e portato a San Nicola. A tutt'oggi è esposto nell'ufficio del segretario comunale, presso il Municipio di San Nicola da Crissa.
A prima vista nel dipinto non si nota niente di eclatante o di strano, se non le tre chiese (Rosario, Crocifisso e San Nicola) con l'ingresso principale rivolto verso la parte bassa del paese. Mentre in realtà solo quella di San Nicola è veramente disposta in quel modo. Ma se aguzziamo la vista sulla destra in mezzo ai due alvei del fiume, in zona Ddòricu, possiamo notare qualcosa di strano. Provate ad ingrandire questa foto e ditemi se non notate una grotta. O meglio se non notate la "natività del Signore". In quella piccola parte di dipinto sembrano essere stati utilizzati più colori rispetto al resto del dipinto. Sapevate che quella zona, alcuni anni fa, è stata oggetto di ricerche, in quanto alcuni vecchi documenti attestano che vi sorgeva la prima chiesa di San Nicola. Che si trovi proprio nel punto "indicatoci" dal pittore?
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