Qui vogliamo scrivere
delle conflittualità millenarie tramandate fino ai giorni nostri tra il
principio universale femminile, La Grande Madre EL, definita Eredità
Matriarcale, e il principio universale maschile Dio, Padre-Figlio-Spirito
Santo, Him, definita Eredità Patriarcale. Nello specifico scriveremo della
conflittualità tra le confraternite del paese, San Nicola da Crissa (VV), che
hanno origine, evidentemente, da quando la chiesa decise che venerare il
principio femminile fosse eretico. Nascondendo chi fossero gli El-o-Him, Lei e
Lui, che ci crearono a loro immagine e somiglianza. Il Padre-Figlio-Spirito
Santo in realtà è Madre-Padre-Figlio. Uno e trino. L’1 (Madre) che si fonde con
il 2 (Padre) per creare il 3 (Figlio). Nascondendo anche l’importanza del ruolo
che ricoprivano le donne, anche negli ordini religiosi, poiché prima della
nascita del cristianesimo esistevano Sacerdoti e Sacerdotesse. Non dimenticando
l’importanza del ruolo femminile in quanto portatrice/custode della vita. Le
due confraternite, da sempre in conflitto, sono quelle del SS. Crocifisso
(Gesù/Principio Maschile) e del SS. Rosario (Maria/Principio Femminile).
Purtroppo gli studiosi ortodossi non si sono mai preoccupati di comprendere il motivo originario di questa conflittualità ma cercarono solo di dimostrare chi fosse dalla parte del torto o della ragione, sulla confraternita nata per prima. Purtroppo la documentazione riguardo questo secondo aspetto è lacunosa. Perché si può stabilire che la Confraternita del SS. Crocifisso è in possesso del decreto vescovile del 1669 mentre quella del SS. Rosario è in possesso di un Regio decreto datato 1776. Esiste, anche, un documento che attesta l’opposizione della confraternita del SS. Crocifisso alla richiesta dell’altra confraternita del Regio assenso, per “antichi” interessi che passano tra le due congregazioni (come ad ammettere, involontariamente, l’esistenza, già da molti anni, della Confraternita del SS. Rosario o di quella congregazione che domandò il Regio assenso). Non stiamo qui a dilungarci sulla storia e sui litigi che si perpetuarono per quasi tre secoli nel paese di San Nicola da Crissa; chi fosse interessato a questa lettura può leggere i libri dedicati, da vari autori, a entrambe le confraternite. Noi vorremmo soffermarci sull’aspetto principale di cui, come abbiamo già detto, nessuno si è preoccupato di parlare, forse per il semplice fatto che le verità vanno tenute nascoste. Già i sostantivi confraternita, fratellanza, priori, rievocano i miti templari che, come sappiamo avevano a che fare con il Sacro Graal. È curioso che Domenico Carnovale, “Priore” della Confraternita del SS. Rosario, chiamasse “Cavalieri del SS. Rosario” i quaranta esponenti, per lo più analfabeti, della stessa confraternita, guidati dal “Maestro dei novizi” Giuseppe Ceniti, i quali, nel 1776, chiesero il Regale assenso al Re Ferdinando IV di Borbone. Sempre Domenico Carnovale scrive dell’esistenza del “Libro della Fratellanza”, nel quale erano riportati tutti i fratelli, nome, cognome, paternità, e soprannome. E tiene a precisare di come la distinzione tra Fratelli e Sorelle fosse netta in quanto, ahinoi, il maschilismo dominava nelle confraternite. Sigh. Ci si batteva per la parità dei principi Matriarcali e Patriarcali e si facevano distinzioni tra Fratelli e Sorelle. Abbiamo già scritto della statua del SS. Crocifisso e della sua simbologia: un angiolo che (NON) raccoglie in una coppa il sangue di Gesù. Il Sacro Graal.
Purtroppo gli studiosi ortodossi non si sono mai preoccupati di comprendere il motivo originario di questa conflittualità ma cercarono solo di dimostrare chi fosse dalla parte del torto o della ragione, sulla confraternita nata per prima. Purtroppo la documentazione riguardo questo secondo aspetto è lacunosa. Perché si può stabilire che la Confraternita del SS. Crocifisso è in possesso del decreto vescovile del 1669 mentre quella del SS. Rosario è in possesso di un Regio decreto datato 1776. Esiste, anche, un documento che attesta l’opposizione della confraternita del SS. Crocifisso alla richiesta dell’altra confraternita del Regio assenso, per “antichi” interessi che passano tra le due congregazioni (come ad ammettere, involontariamente, l’esistenza, già da molti anni, della Confraternita del SS. Rosario o di quella congregazione che domandò il Regio assenso). Non stiamo qui a dilungarci sulla storia e sui litigi che si perpetuarono per quasi tre secoli nel paese di San Nicola da Crissa; chi fosse interessato a questa lettura può leggere i libri dedicati, da vari autori, a entrambe le confraternite. Noi vorremmo soffermarci sull’aspetto principale di cui, come abbiamo già detto, nessuno si è preoccupato di parlare, forse per il semplice fatto che le verità vanno tenute nascoste. Già i sostantivi confraternita, fratellanza, priori, rievocano i miti templari che, come sappiamo avevano a che fare con il Sacro Graal. È curioso che Domenico Carnovale, “Priore” della Confraternita del SS. Rosario, chiamasse “Cavalieri del SS. Rosario” i quaranta esponenti, per lo più analfabeti, della stessa confraternita, guidati dal “Maestro dei novizi” Giuseppe Ceniti, i quali, nel 1776, chiesero il Regale assenso al Re Ferdinando IV di Borbone. Sempre Domenico Carnovale scrive dell’esistenza del “Libro della Fratellanza”, nel quale erano riportati tutti i fratelli, nome, cognome, paternità, e soprannome. E tiene a precisare di come la distinzione tra Fratelli e Sorelle fosse netta in quanto, ahinoi, il maschilismo dominava nelle confraternite. Sigh. Ci si batteva per la parità dei principi Matriarcali e Patriarcali e si facevano distinzioni tra Fratelli e Sorelle. Abbiamo già scritto della statua del SS. Crocifisso e della sua simbologia: un angiolo che (NON) raccoglie in una coppa il sangue di Gesù. Il Sacro Graal.
S.S. Crocifisso di San Nicola da Crissa (VV)
Si può notare la dicotomia tra il vero Sacro Graal e il graal profano. A sorreggere Gesù 3 angioli. Le tre Marie presenti sul Golgota. A ricevere il Sangue di Gesù una delle Marie. Maddalena. E non Giuseppe di Arimatea. La vera coppa che ha contenuto il Sangue di Cristo è l'utero.
"Il tuo ombelico è una coppa rotonda dove non manca mai il vino"
Dal Cantico dei Cantici di Re Salomone.
Il Sacro Graal prima dell'avvento del Cristianesimo, e nel Parsifal di Eschenbach, era una pietra. Il Lapis exillis
"Su questa pietra edificherò la mia Chiesa" (Matteo 16:18)
Il Lapis o Pétra non ha nulla a che spartire con Cefa o Pétros
In realtà le due confraternite sono l'una accosta(costola) all'altra. Cristo è stato il Messia dell' Era dei Pesci.
"Io mi incarno di Era in Era" (Bhagavad Gita, IV, 8)
Già il nome della costellazione è al plurale. Unica insieme ai Gemelli.
E il suo simbolo è una Coppia.
L'1 che si fonde con il 2 per diventare 3.
Simbolo della costellazione dei Pesci
"Come in cielo così in terra"
Quindi, come detto, le due confraternite sono connesse e duali come tutto ciò che ci circonda.
La statua del S.S. Crocifisso è di matrice Templare. Scolpita nell' olmo. Non si sceglieva un legno per la facilità di lavorazione ma il tipo di legno scelto era un po' come il DNA di un essere vivente. Difatti il legno di olmo è molto duro da scolpire. L'olmo era molto caro ai templari che lo usavano spesso per denominare le chiese
(Santa Maria dell'Olmo, Madonna dell'Olmo). Era albero sacrale già dall'antichità ed era associato alla Dea e alla femminilità Sacra. L'olmo è l'albero che sorregge la vite che a sua volta è simbolo di Cristo. Nella tradizione popolare è l'albero al quale si rivolgono le spose per chiedere la fecondità.
Adesso ci soffermeremo sulla simbologia della statua della Madonna del SS. Rosario, della chiesa, e
perché no della Madonna di Mater Domini, che conferma fortemente l’importanza
femminile nella religiosità. La Madonna del SS. Rosario è raffigurata
rispettando il decreto del 1649 con cui si obbligava la raffigurazione della
Madre di Gesù con abiti bianchi e celesti, che sembrano andare in conflitto con
i colori della Madonna del SS. Rosario di Pompei, da cui la confraternita ha
preso nome, vestita di rosso con mantella celeste (che sono i colori portati,
invece, dalla Madonna di Mater Domini, San Nicola da Crissa), e per di più non
porta il bambino/a(la distinzione del sesso non è casuale) a sinistra ma a destra. Con i colori
vermiglio e blu era raffigurata Maddalena moglie di Gesù(che continuiamo a
ritenere essere la stessa Maria), secondo alcuni come simboli di fertilità,
secondo noi entrambi i colori simboleggiano la linea di sangue. Il colore vermiglio,
era usato in alcuni testi anche per definire il sangue, colore evidentemente
usato per definire la linea Matriarcale, geneticamente pura. Il colore blu si
utilizza ancora ai giorni nostri per definire i nobili, e cioè le persone di
“sangue blu”, che guarda caso utilizzano da sempre la discendenza Patriarcale,
non pura geneticamente. Tornando alla statua della Madonna di San Nicola da
Crissa, questa è raffigurata secondo quanto scritto da Giovanni nella
Rivelazione 12:1: “Poi apparve un gran segno nel cielo; una donna intorniata di
sole sotto a cui piedi era la luna, e sopra la cui testa era una corona […] ed
essendo gravida, gridava sentendo i dolori del parto[…]”. L’immagine è
esplicativa riguardo questa frase.
Altare Madonna del SS. Rosario di San
Nicola da Crissa
Lei è in cielo, la
vediamo sopra a una nuvola e circondata da stelle. La cosa strana è che abbia
già il bambino/a in braccio, come se non stesse simboleggiando Maria Madre di
Gesù ma Maria Madre della figlia di Gesù, Sarah. Da notare, come dicevamo prima,
il fatto che porta alla sua sinistra “il frutto del suo ventre”, questo in
stretta connessione con la Dea Egizia, Iside. Come ben sappiamo, per molti anni
la parte sinistra rappresentò la presenza del diavolo. Ancora durante la nostra
infanzia chi scriveva con la mano sinistra era costretto a usare la destra,
giacché la sinistra era la mano del diavolo. Tornando alla statua, la Madonna
con la mano destra, nella quale tiene il rosario, indica l’unione, pollice e
indice uniti. Da notare che anche all’interno della chiesa la stessa Maria è
raffigurata con abiti rossi e blu. Guarda caso con gli altri undici apostoli
a cui impartisce gli “ordini” o benedice a mani aperte. Maria Maddalena era “il discepolo che Gesù amava” (Vangelo di Maria), “il
simbolo della saggezza divina” (Vangelo di Filippo). Maria era detestata da
Pietro per questo suo ruolo.
Raffigurazione all’interno della chiesa del SS.
Rosario di San Nicola da Crissa
Nel caso qualcuno nutra dei
dubbi sul fatto che la Madonna del SS. Rosario di San Nicola da Crissa non sia
la stessa di quella di Pompei, nei locali della confraternita si trova anche
una statua della Madonna di Pompei.
Madonna del SS. Rosario di Pompei San Nicola da Crissa
E sul soffitto
della chiesa si può ammirare un quadro, tipo affresco, raffigurante la Battaglia
di Lepanto. Battaglia che sappiamo fu combattuta il 7 ottobre 1571 tra le
flotte musulmane e quelle cristiane. La vittoria delle flotte cristiane fu
attribuita all’intercessione della Vergine Maria, tanto che l’anno successivo
il Papa istituì la festa di Santa Maria della Vittoria, successivamente
trasformata in Madonna del SS. Rosario. Fino a qualche anno fa la festa in
onore della Madonna si celebrava il 7 ottobre.
Veniamo ora alla statua di
Mater Domini, come la Madonna del SS. Rosario di Pompei; è vestita di rosso e
di blu e porta il “frutto del suo seno” a
destra
Madonna di Mater Domini
Qui basta fare caso alla
mano sinistra di Maria, poggiata sul petto, con le tre dita distese, la Trinità,
gesto di Benedizione. Nell’iconografia classica, anche Gesù è rappresentato
nell’atto di eseguire il gesto della benedizione, ma con la mano destra. Da
sempre la parte destra è maschile e la parte sinistra è femminile (la mano del diavolo). La simbologia
della statua sta nel fatto che Maria poteva permettersi, a ragione ben veduta,
di fare questo gesto essendo anche lei Sacerdotessa al pari di Gesù e nella
gerarchia superiore a Egli, giacché Madre.
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