Le
ossa dei morti sono
dei dolci che vengono preparati il giorno della commemorazione dei defunti, il 2
Novembre. Questa tradizione ha origine antichissime e di primo acchito
sembrerebbe non avere nulla a che fare con Halloween, che si festeggia alla
vigilia del giorno precedente, e invece è la stessa tradizione che si è
protratta nei secoli. Le date di queste due ricorrenze si sono accavallate per
volere della Chiesa. La festa di Halloween, da alcuni anni in voga anche in
Italia, sembra essere nata da riti celtici. Come al solito possiamo ritenere
che erano riti comuni a tutte le regioni della terra; sembra, infatti, che
civiltà antichissime celebrassero già in quei giorni gli antenati e i defunti.
15 ottobre 2014
2 settembre 2014
L’abbazia di Villanova
San Bonifacio (VR)
L’abbazia di
Villanova sorge su un antico sito di culto celtico al centro del quale sembra
vi fosse una grossa quercia, simbolo sacro e venerato dai pagani. Le chiese
cristiane furono costruite su luoghi di culto pagani non perché queste
volessero nascondere i culti precedenti, ma semplicemente perché da sempre i
luoghi di culto sono dei siti su cui ci sono particolari energie, linee
energetiche o linee sincroniche che siano, dei flussi che attraversano la terra
e l’etere in un determinato luogo. Il nome celtico della quercia è duir che significa porta o entrata. La
leggenda narra che i cristiani tagliarono la quercia che era simbolo pagano e
vi costruirono una torre (Magdala) che con il passare dei secoli divenne un
campanile. Dalla foto si può evincere che la torre e il campanile sono di
diversa manifattura. L’edificio fu costruito nell’VIII secolo e poi
ristrutturato dall’abate Uberto di San Bonifacio, e ancora modificato dai frati
Benedettini e Olivetani a partire dal XII secolo.
21 agosto 2014
Templari e Santo Graal
Templari e Santo Graal
“Ogni attività umana realmente significativa,
sociale, religiosa o politica che sia, ha sempre dato forma a proprie mitologie”.
“La mitologia è la penultima verità,
penultima perché l’ultima non può essere espressa con le parole”.
“Il mito incarna ciò che più vicino alla
verità assoluta può essere espresso con le parole”.
“E’ il mito che costituisce la verità del
fatto, non il contrario”.
“I miti sono la storia della nostra continua
ricerca di verità e di senso”.
13 giugno 2014
La toponomastica dialettale
La toponomastica è l'insieme dei
nomi attribuiti alle entità geografiche (toponimi),
ed il loro studio storico-linguistico. Il toponimo (dal greco tòpos, “luogo”, e ònoma, “nome”)
La toponomastica è una luce su
quella parte di storia così antica da non avere altro documento se non quello
dato proprio dal nome del luogo. I nomi dei luoghi possono sovente indicarci a
chi apparteneva originariamente quel posto,
a quale famiglia, a quale capostipite, chi ne era il possessore, le
caratteristiche del luogo, la presenza di alberi od altre piante(fitotoponimi),
la morfologia del terreno (geotoponimi) oppure legati alla presenza di una
certa fauna (zootoponimi). Questo si spiega
col fatto, abbastanza scontato in sé, che nei paesi e in certi contesti
cittadini (dove esiste ancora una radicata vita di quartiere) i prenomi e
soprattutto i cognomi delle persone non venivano mai usati nell’interazione
quotidiana, e le persone venivano identificate con un soprannome di invenzione
popolare, di uso ristretto nella comunità locale. Lo stesso accade per certi
toponimi, anche se ci appare in maniera meno immediata: i nomi sulle carte
geografiche che designano piccoli appezzamenti di terreno nelle zone rurali
spesso non sono gli stessi usati in dialetto dalla popolazione locale. Diversi
sono i casi di luoghi che conservano memoria di antichi culti, così come
numerosissimi sono quelli che portano i nomi di santi (agiotoponimi), nomi spesso storpiati dalla tradizione popolare e
quasi irriconoscibili. Infine vi è un’ampia casistica di toponimi che debbono
la loro origine ai nomi di persona (antroponimi):
tra questi, la categoria più importante è quella che comprende i toponimi
cosiddetti “prediali” o “fondiari”, cioè quei toponimi che contengono il nome
della famiglia proprietaria del fundus
(fondo) o del praedium (podere).
Appartengono a questa categoria i nomi che terminano per -ano, -ana (i più
diffusi), -ico, -igo, -ego, -ago, -adego, -ate, -atico, -asco.
I dialetti calabresi sono ricchi di influenze
linguistiche dovute alle colonizzazioni, alle dominazioni e alle incursioni di
differenti popoli tra cui arabi, greci e romani. Proprio per questo sono principalmente
composti dalle lingue classiche: il greco e il latino.
11 maggio 2014
San Pasquale Baylòn
San Pasquale Baylón (Protettore delle donne)
Pascual Baylón Yubero nacque a Torrehermosa, in Aragona (Spagna), il 16 maggio 1540,
giorno di Pentecoste, da cui il nome Pasquale. Persona di umili origini, fu
avviato, sin da piccolo, al pascolo di greggi di pecore, durante il quale si
dedicava alla preghiera; imparò a leggere da autodidatta grazie ad un semplice
libretto di preghiere. A diciotto anni chiese di essere ammesso al convento dei
Frati Francescani Alcantarini di Santa Maria di Loreto, ma riuscì ad entrarci
solo alcuni anni dopo. Nel 1576 gli fu affidata una “missione”: recarsi a Parigi e consegnare alcuni documenti al
Padre Generale degli Alcantarini, missione non facile, dato che in quegli anni
alcune province francesi erano dominate dai calvinisti. Morì nel convento di
Villareal (Valencia) il 17 maggio 1592, anche questo giorno di Pentecoste. Fu beatificato 26 anni dopo la morte, il
29 ottobre 1618 da Papa Paolo V e
proclamato santo il 16 ottobre 1690 da Papa
Alessandro VIII. Nell’iconografia viene rappresentato vicino ad un gregge,
viste le sue origini, nell’atto di adorare un ostensorio, dato che era
considerato un difensore dell’eucarestia, che fu il centro della sua vita
spirituale.
Il 17
maggio, giorno della sua morte, è il giorno di San Pasquale. Non molti sanno
che San Pasquale è il “protettore” dei cuochi e dei pasticceri poiché si deve a
lui la ricetta dello Zabaione (Nome che deriva da SanBaylon).
2 marzo 2014
Ettore Majorana - Enola Gay
Questa storia non ha direttamente a che fare con San Nicola da Crissa ma riguarda la vicina Serra San Bruno. Già dagli anni ’60 era opinione comune che all’interno del Monastero Certosino ci fosse “il pilota americano” che aveva sganciato la prima bomba atomica su Hiroshima. Ritiratosi, quindi, alla vita certosina a causa del rimorso per quello che aveva fatto. Il pilota americano che sganciò la bomba atomica su Hiroshima, a bordo dell’“Enola Gay”*, era uno statunitense di nome Paul Warfield, Jr. Tibbets. La tesi che potesse essersi rinchiuso nel Monastero Certosino di Serra San Bruno non ha fondamento, poiché si conosce la vita che egli condusse negli anni a venire.
23 gennaio 2014
La fontana dei folli
La fontana
dei folli
La fonte della giovinezza - Lucas
Cranach il vecchio
Miti e leggende sono da sempre il mezzo più
comune per tramandare verità assolute o semplicemente fatti accaduti. Nulla può
resistere al tempo se non i miti e/o le leggende. È proprio questo “resistere
al tempo” che rende immortali. Immortalità, da questa parola nasce l’idea di
raccontare una delle tante leggende che, da secoli, si tramandano nel nostro
paese. San Nicola da Crissa. Chi non ha mai sentito parlare della “sorgente”,
presente al confine tra le località “Scarmiu”¹ e “Fazzu”², in un
posto chiamato “Li tene de la suriaca”³, dove si diceva che chi vi avesse bevuto sarebbe diventato folle? A riguardo c’è
un racconto millenario, noto come “L’acqua che rende folli”. Questo
racconto ha origini nel Sufismo, una forma di ricerca mistica propria della
cultura islamica. Chi ha avuto modo di leggere le mie “Considerazioni
sull'origine storica di San Nicola da Crissa”, avrà sicuramente fatto caso
alla possibilità che il paese sia nato a seguito d’invasioni musulmane. È possibile,
quindi, che la leggenda della fontana dei folli provenga proprio da
questa cultura, che avrebbe trapiantato le sue radici nel nostro territorio.
Iscriviti a:
Post (Atom)