15 ottobre 2014

Halloween e le ossa dei morti





Le ossa dei morti sono dei dolci che vengono preparati il giorno della commemorazione dei defunti, il 2 Novembre. Questa tradizione ha origine antichissime e di primo acchito sembrerebbe non avere nulla a che fare con Halloween, che si festeggia alla vigilia del giorno precedente, e invece è la stessa tradizione che si è protratta nei secoli. Le date di queste due ricorrenze si sono accavallate per volere della Chiesa. La festa di Halloween, da alcuni anni in voga anche in Italia, sembra essere nata da riti celtici. Come al solito possiamo ritenere che erano riti comuni a tutte le regioni della terra; sembra, infatti, che civiltà antichissime celebrassero già in quei giorni gli antenati e i defunti.

Per i Celti l’anno terminava ogni fine di ottobre, quando i lavori nei campi erano conclusi. Alla vigilia del 1° Novembre si festeggiava una sorta di capodanno dedicato al Samhain (fine dell’estate). Si credeva che in quel giorno tutte le leggi del tempo e dello spazio fossero sospese e il velo che separava il mondo dei vivi da quello dei morti si facesse più sottile, permettendo alle anime di mostrarsi e rendendo possibile la comunicazione tra vivi e morti. I defunti, con le loro apparizioni, si divertivano a fare scherzi ai viventi che, a loro volta, si travestivano indossando pelli di animali e maschere mostruose per fare tenere lontani i morti. Da notare come questi travestimenti somiglino a quelli del nostro Carnevale. Mentre il cristianesimo si affermava in Europa, queste tradizioni erano ancora molto presenti e la Chiesa, nel tentativo di sradicare ogni significato pagano dei festeggiamenti, decise di spostare la festa di Ognissanti dal 13 maggio al 1° novembre. E, anni dopo, decise si spostare al 2 novembre anche la commemorazione dei defunti che, inizialmente, si celebrava due settimane prima della Quaresima (periodo in cui si celebra il Carnevale). La parola “Halloween”, cara ai giorni nostri, deriva dall’Inglese All hallows’day (Giorno di Tutti i Santi). Per imbonirsi le anime dei morti, venivano lasciati fuori dall’uscio di casa dei “dolcetti” tipici, in modo che i morti passando potessero rifocillarsi e quindi decidere di non fare “scherzetti” ai padroni di casa. Con questo “rito” si vuole rendere leggera l’idea della morte e infondere la convinzione che i morti camminano con noi e ci vogliono bene. Metaforicamente, il mangiare “le ossa dei morti” è anche un rito magico – terapeutico: mangiando dal defunto si assimila dalla sua vitalità e dalle sue qualità e il defunto prende dimora in chi ne mangia. In molte regioni, l’osso o lo stinco del morto è intinto nel vino e questo rituale ricorda molto da vicino l’Eucarestia. Negli usi del Messico, nel “dia de los muertos” vengono preparati, oltre al Pan de muertos, dei dolcetti fatti di zucchero chiamati calaveras (teschi). Questi teschi ricordano la tradizione di scavare e intagliare le zucche e porvi poi una candela all'interno per utilizzarle come lanterne. Il nome zucca sembra provenire dal latino cocutia (testa). La zucca di Halloween prende il nome di Jack-o’-lantern, una figura allegorica che rimanda alla leggerezza con cui si dovrebbe affrontare la morte. Jack-o’-lantern raffigura, in realtà, l’Uomo VerdeJack in the Green, figura allegorica celtica della trasmigrazione delle anime.

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