7 novembre 2022

La 127 rossa

Come detto altre volte quella era la nostra macchina. Alla sera ci rimanevamo dentro ad ascoltare le cassette. Per il calcio andavamo agli allenamenti e alle partite. Era la macchina della propaganda elettorale. Ci si metteva sopra un megafono e si andava in giro per annunciare i comizi o per attaccare i manifesti. È stata la macchina delle iniziazioni musicali. Bruce Springsteen con Tunnel of Love, Guccini già lo ascoltavo ma in quegli anni uscì Signora Bovary, un capolavoro che ancora oggi ascolto. A dire il vero in macchina c'era pure Bob Dylan ma a me non è mai piaciuto. Già quelle canzoni, in inglese, non le capivo e in più musicalmente non erano del genere che apprezzavo. Almeno di Guccini capivo le canzoni. Tutto proprio no, ma le trame erano ben sceneggiate. Un giorno Vittorio comprò l’ultimo album di Vasco Rossi, Liberi Liberi. Quel giorno disse: “Ho appena comprato questa cassetta di Vasco Rossi”, era ancora incellofanata, “Adesso ce l'ascoltiamo. Voglio vedere come si sente”. O sentire come si vede? Boh. “È originale. È costata parecchio”. Le cassette erano tutte originali ma lo stereo e le casse della 127 non lo erano di certo se non per quanto potessero essere vecchie. Era l'89 e ormai il capitano aveva preso il posto fisso sul lato passeggero di fianco a Vittorio. Noi da quattro passammo a tre sul posteriore. Vittorio infilò il nastro e iniziò a regolare il volume. Non so se ricordate dove aveva le casse la 127. Erano sugli sportelli laterali nella parte posteriore. Dalla parte di Vittorio il sedile era tutto in avanti. Dal lato passeggero più indietro. C'era comunque lo spazio per infilarci una mano. Uno da un lato e uno dall'altro mettemmo i fazzoletti per coprire le casse e Vittorio imprecava: “Non si sente per niente bene!! Ed è costata tutti quei soldi. Sono rimasto deluso dell’acquisto”. Allora provava ad alzare il volume al massimo e noi via i fazzoletti. Un frastuono. E lui

 

abbassava di colpo e noi rimettevamo i fazzoletti. Alla fine quella cassetta non l'ascoltò più quando c'eravamo noi. Non so se poi quando passò alla Ritmo, sempre rossa, l'abbia ascoltata. La 127 rossa rimase per un po’ al servizio del circolo, come quando bisognava portare la calce per delineare il campo da gioco. Oppure quando portammo le sedie di ferro battuto sul campo sportivo, create da Pupo su sua ordinazione insieme ad una cassaforte tutta in ferro. Quelle sedie pesavano più di una persona. Non si ruppero mai, anche perché sopra non ci sedeva mai nessun’altro oltre lui. Penso che dopo 35 anni siano ancora al campo sportivo. L'unica volta che usammo la Ritmo rossa fu nella triste occasione del giorno del funerale del fratello di Vittorio. C’era una partita da disputare e Vittorio per nessun motivo al mondo voleva farla annullare. La Crissense, anche negli anni peggiori, è stata sempre ben considerata in tutti i posti dove andavamo a giocare. Una volta a Locri c'erano gli striscioni di bentornato a dei giocatori che tornavano apposta per disputare quella partita. A Siderno invece per “rispetto”, fino a fine primo tempo, eravamo ancora sullo 0 0, quando uno dei migliori dei nostri tirò fuori una punizione gioiello. Beh, poi in un tempo ce ne fecero 8. Vittorio lavorava a Serra e ce l'aveva su con un suo collega, perché a suo dire quando giocavano contro di noi non mancava mai nessuno e ci mettevano l'anima. Per quella partita, nonostante il suo stato d’animo, si preoccupò che fossimo almeno in 11 e a chi guidava la Ritmo disse: “Non preoccuparti la mia macchina a Serra ci arriva da sola. Arrivammo a 11 tra i ragazzi, qualcuno che non aveva mai giocato, e il presidente. L'arbitro convocò tutti per dirci che conosceva il valore delle due squadre, la rivalità, e si raccomandò il massimo rispetto nei suoi confronti e dell’avversario. Anche in quel giorno non mancò qualche risata per quel fatto e per tutti gli svarioni e lisci da “Mai dire gol”. Fatto sta che la partita finì 2a1 se all'ultimo minuto Nazza non avesse parato con il fondoschiena il tiro a colpo sicuro del presidente. Quella fu la prima e l’ultima partita, in campionato, per il presidente.

 

Nessun commento:

Posta un commento

 
; ;