7 novembre 2022

Il borsone. O meglio la borsa-valigia

 

Il primo sponsor dell’ARCI Crissense fu una pizzeria che comprò le tute e i borsoni per la squadra. A dire il vero chiamarli borsoni è esagerato. Diciamo che erano delle borse-valigia in gomma. Essendoci poche tute e poche borse-valigia a inizio campionato andavamo da quelli che non facevano più parte della squadra a chiedere indietro la preziosa merce. Le borse-valigia le usavano in pochi. Tra questi il capitano. Dentro ci metteva di tutto. Dallo scotch avana per fermare i calzettoni, sopra i parastinchi, alla carta igienica. Si perché il capitano ogni trasferta, specie negli spogliatoi con bagni nuovi, doveva segnare il territorio facendo i suoi bisogni. Negli spogliatoi casalinghi non lo faceva mai. Una volta dovemmo aspettarlo per più di mezz'ora terminata la partita. Ad aspettarlo eravamo quelli arrivati al campo di gioco con Vittorio. Da poco il capitano aveva cambiato gruppo macchina. Perché aveva saputo che il gruppo macchina di Vittorio, lui unico maggiorenne, finita la partita se ne andava in "gita". Una volta al ritorno da Sorianello passammo dalle piazze di Sorianello, Vazzano, Pizzoni e Filogaso. Prima il capitano lo si doveva passare a prendere sotto casa. Ma da quando venne a sapere di queste "gite", per di più con il tradimento dall'amico del cuore, Vittorio, non si faceva più prendere sotto casa. Ma arrivava in anticipo al circolo Arci e si sedeva nella nostra famosa127 rossa, anche mezz'ora prima della partenza.

Per tornare alla borsa-valigia una volta capitò un episodio esilarante. Anzi un episodio particolare visto che di esilarante c'era di tutto. Tipo quando l'arbitro chiamava i giocatori sulla distinta e un difensore si presentava come "Francesco numero due". E noi: "Bravo Nicola!!". Nome sulla carta Francesco nome fin dalla nascita Nicola.

E quando lo stesso partì per il Canada il suo posto lo prese un non cartellinato. L' arbitro chiamava: "Ireneo!". E noi:" Maffeo ha chiamato te". E lui: “Francesco numero due”.

L' episodio particolare successe a Vazzano. Il capitano quel giorno non riusciva a tirare fuori la carta igienica

 

dalla sua borsa-valigia. O non la trovava, per tutto l'armamentario che ci teneva dentro, oppure, stranamente, l'aveva dimenticata. Nel mentre che ravanava nella borsa-valigia, in cerca della carta benedetta, a un certo punto esclamò: “E queste cosa sono?” Tirò fuori la mano, come se avesse estratto un numero della tombolata di Natale, e mostrò un paio di slip neri con il pizzo. Nello spogliatoio si alzò un boato fatto di urla e risate. Lui iniziò a imbestialirsi pensando fosse uno scherzo: Chi me l'ha messo nella borsa uno slip da donna?  Lui era un single convinto e a casa sua di donne c'era solo la madre. Che di slip di pizzo non credo proprio ne avesse. Incominciò a lamentarsi con Vittorio: "Io non gioco più, non vengo più". A quel punto dovette partire una caccia al colpevole o per lo meno capire come cacchio quello slip fosse finito nella sua borsa-valigia.

Come già detto, essendo poche le persone che le utilizzavano si fece la conta di quelli che la usavano e di quelli che l'avevano restituita. Dopo tanto scervellarsi, forzati da Vittorio che non voleva perdere il capitano e fidato compagno, si capì che gli slip neri col pizzo erano già da tempo nella borsa-valigia del capitano. Insieme a tutto l’altro armamentario. Ed erano o della sorella o di qualche "amica" di uno che aveva cambiato squadra e che quindi aveva restituito la borsa-valigia. Il capitano scese in campo ma in quella trasferta non poté segnare il territorio.

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