24 marzo 2013

La ciccarizza, il circo e tutto il resto



Cummare Teresa. Una donna rimasta senza marito troppo presto. Un marito che per me, ancora bambino, era colui che era ritratto nella foto del quadro affisso nella mia aula, quella delle scuole elementari, sullla parete che stava alle spalle del maestro Mazzè, quello che suonava la fisarmonica, come quella della canzone di Morandi. L'allora presidente della repubblica Leone, quello che c'era prima di Pertini. Una donna rimasta troppo presto da sola con dei figli da crescere, o meglio "d'avanzare", ed una potiha, quella di alimentari, da portare avanti. I figli, nei miei ricordi, mi sembra fossero tre. Una femmina di cui i ricordi, quelli di prima, sono vaghi, il già citato Toniucciu, quello dell'immancabile terza categoria, e Francesco, che ricordo sia per la sua stazza sia perché aveva un cane che come stazza più o meno lo eguagliava. Ma mentre il cane non metteva paura nemmeno nelle rarissime volte in cui abbaiava, lui solo a guardarlo incuteva timore. Il cane si permetteva di uscire da solo per farsi la passeggiata e fare i suoi bisogni. Era sempre mansueto tranne la volta in cui "Frangu Cingumila" gli voleva aizzare il suo di cane, Argo. Perché a suo dire lo avrebbe sistemato. "Si nciu liberu su mangia". (Con il suo marcato dialetto pizzitano. Nel paese si parla un dialetto molto diverso da quelli del circordario. Somiglia di piu' a quello salentino che a quello vibonese). Anche se poi alla fine se non fosse intervenuto Francesco le cose sarebbero finite diversamente, molto diversamente. Ma l'episodio che riguarda la protagonista di questo racconto, avvenne davanti alla sua potiha, quella di alimentari sita in via Fiorentino, nel primo anno in cui il circo arrivò a Sannicola, non quello Orfei. In quell' episodio cummare Teresa dimostrò di che pasta, non quella che vendeva nel suo negozio, quello di alimentari sito in via Fiorentino, fosse fatta e che tempra, non il modello di macchina della FIAT, gli anni gli avessero dato. Il circo stazionava "supa a Micu de Lena" ma i componenti di questo venivano spesso in paese per le loro commissioni e per le loro piccole spese giornaliere. Tra questi c'era un' avvenente signora, dalla bionda chioma, che con la sua macchina si fermava lungo via Fiorentino ogni qual volta doveva entrare in qualche posto, farmacia, comune, ecc. finché non si fermò poco avanti alla potiha de cummare Teresa, quella di alimentari sita in via Fiorentino famosa per il registratore di cassa parlante. A quel punto, dopo innumerevoli fermate, il traffico andò in tilt, come avviene solitamente nelle grandi città nelle ore di punta. Al che cummare Teresa indispettita venne fuori dalla potiha, quella di alimentari.. beh lo sapete gia'... ed intimò alla sconosciuta donna dalla bionda chioma, quella del circo che quell'anno per la prima volta arrivò a Sannicola e che stazionava supa a Micu de Lena: "A mu ti move mu ti nde vai cu sa machina, ca no passa cchiu nujru!!". Ora non so se la signora dalla bionda chioma avesse capito quelle parole dette in dialetto, quello del paese, ma essendo anch'ella una donna che nella sua vita da "nomade" ne aveva viste di tutti i colori, come quelli del costume del clown che faceva parte del circo che quell'anno per la prima volta arrivò a Sannicola e che stazionava supa a Micu de Lena, si sentì in obbligo di rispondere a tono: "Se vengo lì la prendo a schiaffi!!". Ma cummare Teresa per nulla intimorita, non come noi quando vedevamo arrivare il figlio Francesco, controbatté all'istante, a suo modo e con atteggiamento irrisorio disse: "Ancora no venisti!!". La donna rimase attonita, come la terra al nunzio sta, quella dell' ode del Manzoni, e non poté far altro che mettersi la coda tra le gambe, come gli animali del suo circo che come detto quell'anno per la prima volta arrivò a Sannicola e che stazionava supa a Micu de Lena, salire in macchina e dar fine a quell'ingorgo che aveva stizzito cummare Teresa, come quella volta che... A dire il vero non conosco altre situazioni come questa o per lo meno non ne sono stato testimone, come quelli chiamati alla sbarra in tribunale, come si vede ad un giorno in pretura, come potremmo andare avanti all'infinito, come quello di Leopardi, non quelli del circo, anche perché il circo che quell'anno per la prima volta arrivo' a Sannicola e che stazionava supa a Micu de Lena, di leopardi non credo proprio ne avesse. Ma alla ciccarizza di tutto questo resto non importavana nulla. A lei importava solo del resto da restituire ai propri clienti, quelli della sua potiha di alimentari sita in via Fiorentino famosa per il registratore di cassa parlante.

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